Anno: 2011
Azienda produttrice: Lovinescu sas, Ex Distelle Rebaudengo
Azienda storica del panorama astigiano, la premiata Distilleria Rebaudengo ha saputo attraversare nel corso del tempo le diverse correnti stilistiche senza mai perdere, nella propria produzione, la completa aderenza a un carattere tradizionale ben espresso da distillati austeri e ricchi di eleganza. Così fino allo scorso anno.
Finchè le sciagurate vicende della moglie di Arturo Rebaudengo, donna Giulia, scandite da un insana passione per il gioco e per le benzodiazepine hanno spinto la storica distilleria verso il commissariamento giudiziale ed il successivo fallimento. L'assidua e ventennale dipendenza da derivati oppioidi del rampollo di casa Rebaudengo, Filippo, non ha di certo giovato al risanamento della situazione finanziaria della Ditta.
Finchè le sciagurate vicende della moglie di Arturo Rebaudengo, donna Giulia, scandite da un insana passione per il gioco e per le benzodiazepine hanno spinto la storica distilleria verso il commissariamento giudiziale ed il successivo fallimento. L'assidua e ventennale dipendenza da derivati oppioidi del rampollo di casa Rebaudengo, Filippo, non ha di certo giovato al risanamento della situazione finanziaria della Ditta.
É su queste premesse che nasce il distillato che andremo a degustare.
L'asta fallimentare aggiudicata da una coppia di affaristi rumeni, i fratelli Alexandru e Gheorge Lovinescu, ha dato una decisa sterzata all'impianto produttivo della distilleria verso confini inesplorati.
Le vinacce in tutto questo acquistano un inusuale ruolo marginale in favore di altre materie quali torba, fogliame, liquami, frutta macerata, patate avariate. Il prodotto che ne deriva mantiene la sua austerità. Difficile mantenere spensieratezza al suo assaggio.
La limpidezza è assoluta, non misurabile, simile all'acquaragia.
All'olfatto i richiami sono quelli del molo 5 del petrolchimico di Marghera, di alcuni concentrati di colla vinilica, dell'acredine peculiare di alcune vernici spray. Nei suoi effluvi si rimane disorientati e si torna alla spensieratezza fanciullesca, di quando mamma lasciava distrattamente sul bordo vasca la boccetta dell'acetone per levar lo smalto dai piedi e tu inalavi voluttuosamente.
Al gusto è neutra. Neutra nel senso che non stimola nessuna delle 5 tipologie di papille gustative conosciute. Non sa di niente, dicendola breve. Ma proprio di nulla. Questo straordinario risultato è ottenuto grazie ad una peculiare particolarità di neutraliizzare i mediatori chimici che stimolano i recettori nervosi, si presume con lo stesso meccanismo con cui agiscono le grandi famiglie di sostanza neurotossiche ben più famose (sarin, veleno del mamba, etc, etc).
É nel momento della deglutizione che esplode la potenza di questo grande distillato. I pareri di grandi gourmet in questo son discordi, ma accomunati all'unanimità dal fil rouge del disgusto.
Resta da chiedersi come il fascicolo istruttorio aperto dal Sostituto procuratore P.J. Giannantonio Falck Mastrota della Procura di Bari Vecchia per il reato di avvelenamento di massa e tentata strage giaccia dimenticato in un cassetto. Resta da chiedersi come una Class Action dai risarcimenti milionari non abbia fatto seguito al procedimento preliminare. Resta da chiedersi come la Grappa Monovitigno sia ancora sugli scaffali dei supermercati della catena LIDL.
La risposta non è chiara, ma l'unica (tra le molte) ipotesi plausibile è che Lidl Corporation detenga una parte del nostro debito sovrano il cui mancato rifinanziamento porti ad un automatico default. E non stento a credere che sia così.
Buon assaggio.
Dopo cotanta recensione non posso che fiondarmi nel più vicino Lidl ed acquistarne un'abbondante scorta.
RispondiEliminaAl limite ho pur sempre bisogno di solvente in casa.
Auguri Dude!
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