mercoledì 30 gennaio 2013

Hal news #1#

Pensionato sessantenne in disgrazia dopo aver investito la liquidazione in prodotti finanziari ad alto rischio

Teodomiro Rescaldoni, 63 anni, pensionato. Nel 2001 ha investito 40.000.000 di lire in titoli Turkmeni.


SERRALUNGA TRAVERTINA (ST) -  Si calcola che nel corso del quinquennio 2007-2012 siano più di 200.000 le persone che abbiano visto stravolta la propria situazione economica a causa di investimenti in prodotti finanziari ad alto rischio. Numeri che molti analisti giudicano sottostimati.

La storia di Teodolindo Rescaldoni, 63 anni, pensionato, una vita di sacrifici e 42 anni di lavoro passati nella movimentazione di bidoni presso lo stabilimento di Urguasca Catalana della  Carbon Ital Impianti, è in questo senso emblematica.

" Era il 2001, anno in cui andai in pensione e ricevetti una liquidazione di 38.000.000 di lire", racconta Teodolindo con voce rotta dall'emozione. "Non credevo potesse succedere, mi hanno raccontato che era un azienda senza troppe pretese, con risicati margini di sviluppo. Non mi sarei mai immaginato quello che è successo".

Dopo esser stato convocato dal direttore della filiale del paese del Credito Avanguardista Popolare (sulle presunte pressioni stanno attualmente indagando le autorità) diede il suo assenso ad investire tutto il proprio capitale in azioni dell ATTurk, la privatizzata azienda trasporti del Turkmenistan.

"Un investimento insolito, difficilmente proposto ai clienti in cerca di un portafoglio sicuro", spiega Jerry Mancuso, 44 anni, esperto broker milanese. "Probabilmente un pacchetto di azioni invenduto, che la banca non voleva accollarsi. Sta di fatto che nel 2004 la ATTurk brevettò, come tutti sanno, il treno su rotaia magnetica e le cose cambiarono radicalmente".

"Non potrò mai scordare quella telefonata nel cuore del mio pisolino pomeridiano" - spiega Rescaldoni ancora scosso - "l'impiegato della banca pareva euforico, ma non riuscivo a capire che volesse" - spiega in lacrime - "tutto quel linguaggio tecnico, non capivo, mi ripeteva che il valore delle azioni è salito più del 1800 percento in tre anni, è stato terribile".

"Da quel giorno il Teodomiro non è tornato più lui", racconta Migidio, 64 anni, suo storico compagno di tresette. " Un giorno al bar il Gianni, il fratello del benzinaio, raccontava di aver perso 3000 euro in bond irlandesi e il Teodomiro ha iniziato a tremare, era agitato, ha preso la bici ed è scappato".

Ci rechiamo alla vicina concessionaria Mercedes, in seguito alla segnalazione dell'avvistamento della Panda 4x4 di color verdino di Rescaldoni nel loro deposito macchine. "Non siam tenuti a dar notizie sull'identità dei nostri clienti; è la rigorosa policy della nostra concessionaria" - precisa il direttore della filiale - "in particolare riguardo le voci circa la recente vendita dell'SLK spider esposta nel nostro salone".

"Non me ne capacito. Son in questa caserma da più di vent'anni e Teodomiro era un mio carissimo amico" - racconta il maresciallo Crisafulli del locale comando dei Carabinieri mentre mostra una foto scattata dall'autovelox situato nel centro del paese che ritrae la nuova auto di Rescaldoni sfrecciare a 127 km/h. "E vede, la bionda di fianco a lui è Svetlana, la badante al signor Ricetti, ne son quasi certo. Ha trentacinque anni, capisce, trentacinque anni. Una disgrazia."

"Sono queste le vittime della crisi finanziaria. Non son mere statistiche, hanno un volto , una storia, sono nostri fratelli, nostri amici, conoscenti, vicini di casa", spiega Saturnia Pepparotti, sociologa che collabora con il centro per l'assistenza delle vittime della new economy. E Teodomiro Rescaldoni è uno di loro. Una tranquilla  ed abitudinaria esistenza stravolta dagli ingranaggi di un sistema di investimenti, che stritola i piccoli risparmiatori, nella quasi totalità dei casi ignari dei rischi cui vanno incontro.

"L'istante in cui scoprii di aver ventuplicato il mio capitale sarà impossibile dimenticarlo. Son cose che segnano la vita di un individuo", spiega Teodomiro provato dai ricordi, mentre mette in fresco una bottiglia di prosecco millesimato."In un attimo la mia vita, le bocce, la pesca dei cavedani, puff, come volati via", continua scosso da una vena malinconica, mentre raccoglie della biancheria da donna sul tappeto. Maledice ancora quel giorno e non si da pace, "avessi dato retta ad Oreste,che ha messo tutto in BOT a 10 anni, ora non sarei in quest'incubo".

Partirà a giorni  per una crociera nei mari del sud in compagnia di una ragazza moldava. "Mi aiuterà a superare il trauma.". 




lunedì 28 gennaio 2013


Ci si affida agli astri, all'odore dell'aria, alle tracce degli ungulati sulla neve, a Meteo Suisse, a Frate Indovino, all'invocazione dello spirito di Barnacca.
Ma no, di far un bel metro di neve, buono per inaugurare l'anello di Santa Maria e correrci l'annuale prova FISI del circuito, manco per sbaglio.
Si emigra, di una decina di chilometri, su in Val Loana.
Su la neve c'è, eccome, e grazie al freddo di questi giorni ancora non compatta, farinosa. Una meraviglia sciarci sopra, fosse discesa. La fatica è doppia. Il bianco candore della vallata qualcosa fa, distrae e mette di buon umore. Almeno per i primi chilometri, poi è (come sempre) un guardarsi le punte degli sci invocando la fine dell'agonia.
C'è poco da affidarsi ad alchimie e a pagani rituali scaramantici nella scelta dei materiali. Neve fredda ed asciutta: chi ne ha di più vince.
L'anello da 4 km non presenta un metro di pianura, duro, molto, troppo. Un falsopiano in salita inframezzato da 3 rampacce, un'arrampicata interminabile, una picchiata (arrivo io ai 60 all'ora, figuriamoci gli altri) e falsopiano in discesa che riporta al traguardo.
Da ripeter 3 volte, l'ultima tornata senza il salitone. Totale 10800 m.
Piglio un distacco abissale dai tre missili del Vigezzo. Dominano la gara, sciano una meraviglia, spingono sempre come la gara finisse 10 metri più in là. A parte sci, berretto, scarponi, bastoni mica facciam la stessa roba, io e loro. Qui la classifica.
Poco di più si poteva sperare. Primo giro in 15' 02", secondo in 16' 11", finale di 38' 38".Finisco la benzina attorno al settimo; tanto da finir dietro in classifica all'atleta partito 30" avanti a me dopo esser riuscito a prendergli le code all'attacco del secondo salitone.
Ora ci si concentra sulla pianura, basta arrancar sulle rampe da garage.
30 in val di Goms a fine Febbraio, maratona in Engadina a metà marzo.
Non se ne vede l'ora.





lunedì 21 gennaio 2013

Ciao mamma, son arrivato uno

Ci si ritrova per la gara sociale, tra gli amici della community di skinordik.it
Deve quasi tutto a loro, il mio percorso d'avvicinamento e scoperta al mondo degli sci stretti.
Al pomeriggio del dicembre 2008, quando mi trovai quasi per caso ad indossar gli sci, diedi subito seguito con una ricerca nel vuvuvu, cercando qualcosa mi potesse aiutare. Trovai loro.
La passione ha preso corpo, portata avanti, nei limiti che impone l'imparar uno sport in vita adulta, con impegno e scrupolo.
Fin all'altro giorno, giorno del ritrovo in occasione della Ski Nordik Cup, seconda edizione. Il clima è quello d'amicizia,  che mette a proprio agio, tra persone che condividono una passione.
La gara è in serale, sull'anello illuminato di circa 1200 metri di Cunardo, partenza a crono sulla distanza di 6,2 Km.
La pista è stretta, e grazie alle due dita di fresca, bianchissima (ormai si è abituati a sciar sul grigio della neve vecchia e riportata). Tante curve, 400 metri in salita, 600 su una leggera discesa , rampa di un centinaio di metri e toboga finale che riporta in partenza.
La vinco.
Come è dovuto in questo tipo di competizioni, ai ritrovi elevati da un'aura di puro spirito decoubertiano, la scio tutta col sangue agli occhi.
Partenza sconsiderata, dettata a livelli ematici d'adrenalina fuori controllo. Attorno al quarto giro non ho la minima idea da quanto corra e quanto debba ancora percorrere. Fortuna butto l'occhio sul garmin.
Gare così brevi son pura sofferenza, da fuori giri dal primo all'ultimo metro. Che quando terminano ci vuol un minutino per ricollegar i fili del cervello, aspettar che il cuore finisca di pompar pazzo, trovar la forza per pulir le bave dal volto.
La trance agonistica scema in fretta, tra sorrisi, pacche sulle spalle, l'atmosfera ilare degli spogliatoi.
La remise des médailles presieduta dal sindaco marcialonghista del paese ospitante, la cena, la famigliarità di volti sconosciuti, la passione che che traspare dai racconti di ognuno.
Si, decisamente, son stato fortunato (e non poco) a scegliermi sto sport.





lunedì 14 gennaio 2013

Decido ora, così non ci penso più.

Capita di lunedì mattina. Di trovarsi nella posta una mail, un accorato appello affinchè non disperda il mio voto, a praticar la necessaria ( seppur, a detta sua, sofferta) decisione del VOTO UTILE.
Bene. Una risposta è dovuta e provvedo a farlo qui.
Prima cosa. La condizione necessaria ed imprescindibile affinchè possa considerare la mia azione di voto UTILE è che in favore del sottoscritto si verifichi  un vantaggio chiaro, tangibile, circostanziato, oltre e non oltre le 12 ore dall'esercizio del diritto.
Secondo. Ho un'idea su come ci si può arrangiare.
La circoscrizione è la N.2, Comune di Trontano, frazione di Cosasca. Si vota alle scuole elementari, vicino alla Chiesa, di fianco all'Asilo. Nel triangolo dove sì è ricevuto ricevuto battesimo, prima comunione, rudimenti di lingua italiana, cresima e s'è  imparato a far di conto.
A cento metri ci sta il Bar Tabacchi del paese, quello che frequento grossomodo dall'età di quattro anni.
Li, alle ore 14 di Domenica 24 febbraio, un nutrito gruppo di pragmatici idealisti, fortemente propensi al voto utile ed assolutamente inorriditi dall'idea che il proprio voto venga disperso, si radunerà per un giro di spritz. Il primo di una serie,diciamo, approssimando, di 27.
Nel momento che il barista darà l'assenso (poichè avrà incassato un acconto di € 400,00) ci recheremo in blocco al seggio, brandendo una Ceres in occasione della missione in esterna (No, le lasciam fuori dalla cabina, sul muretto, ce le tiene d'occhio il carabiniere all'ingresso).
Entro le 15 saremo di ritorno, che comincia Diretta Gol. 
A fine serata si mostrerà ad un emissario le prove smartphone-fotografiche che il nostro voto sia stato effettivamente utile e lui provvederà a saldar il conto. Un altro paio di centoni ce li facciam lasciare, va, per le spese correnti, siamo, idealisti quello si, ma pur sempre in dieci, ubriachi, contro uno.
Ecco, ora che abbiam messo ben a fuoco il concetto di voto utile, accordiamoci.
Anche questa è fatta.
Avrò di meglio a cui pensare da qui a fine febbraio.

Ps  Ah, se qualcun'altro ci fa saltar fuori anche una pizza, siamo qui. Non poniam limiti al nostro idealismo.


lunedì 7 gennaio 2013

Si comincia. Dalla fine, però.

E' un pezzo non si scrive qui sopra.
Impegnati a prepararsi a sciare, possibilmente più svelti rispetto all'anno passato, che credete. Mica a far calzetta.
Domenica prima gara, una 10 km in tecnica classica.
Durante il riscaldamento, nella esse in fondo alla discesa, finisco largo.
Si rompon un paio di cosette.
Un pezzettino d'alluce e lo sci corrispondente.
Trascuro sempre quel piccolo particolare (che distratto!), quello di stare in equilibrio sugli sci senza finir per terra, quello d'imparar a sciare insomma. Dicono serva. Non credevo.
Spero la stagione non sia già finita, accidenti. Dal gonfiore presumo che scarpe di qualsiasi foggia e dimensione non se ne possano indossare almeno per una decina di giorni. Stiam a vedere.

PS la gara, con la botta ancora
recente, la corro. Maluccio, ma forse un pelo meglio rispetto alle stagioni passate.