martedì 28 giugno 2011

Il buco

Gli occhi che bruciano, le botte che fan male, io e i miei compagni Senzabenza, Amas, Toro Rosso, Sole, e Antrax abbracciati in un prato. Gli echi della lotta ormai sopita in lontananza. Tutto è perduto. Ma il nostro ideale infiamma ancora il nostro animo. Eccome se lo fa. Lo brucia, lo lacera, lo fa urlare parole di libertà e di lotta. La purezza cristallina dell'idea. Il nostro atavico e primordiale odio verso i buchi nella montagna.
Noi odiamo i buchi nella montagna. I buchi nella montagna sono il male. E finchè al mondo esistera anche solo una persona disposta a fare (non importa se per interesse, hobby, necessità) un buco nella montagna  noi ci saremo. Noi, fratelli delle montagne intonse, saremo lì, a lottare, a dar la vita perchè nessuna trivella, pala od escavatore violi  la roccia con degli orrendi, immorali, immondi, ripugnanti buchi. 
Il nonno di mio nonno rimase ucciso. Lui era amico dei bucatori di montagna. Si incontrava con loro dopo il lavoro. Si ubriacavano ed andavano a donne. Un sera provò a muovere una critica verso la loro deprecabile attività. Il giorno seguente lo ritrovarono riverso nel torrente, massaccrato di botte, ucciso (con ogni probabilità) dalla spietata ferocia tipica dei bucatori di montagna.
A mia madre distrussero la casa. Una bella casetta. Con la sola colpa di esser stata costruita ad Iselle, proprio nell'esatto punto dove sbucò il foro pilota del Traforo del Sempione. Mia madre era piccina. Vide solamente gli ingegneri bucatori svizzeri confabulare con gli ingegneri bucatori italiani. Gli italiani che davano la colpa agli svizzeri e viceversa. Durò tutto pochi minuti finchè il capomastro risolse il problema con una dozzina di candelotti di dinamite mentre i tecnici studiavano improbabili varianti. Loro son fatti così. É la loro indole. Una bimba che piange il corpo sventrato di una bambolina di pezza bruciacchiata non li smuove. Nemmeno per sogno. Kaboom!!
Ci hanno provato pure i medici. Come se la mia fosse una malattia. Mi posso trovare anche nel bel mezzo di un bosco di larici, in una tiepida giornata primaverile, con le persone che amo, in armonia con la natura. Ma nulla. Lo sento. Se nei visceri di quel meraviglioso monte sospetto che che un immondo traforo ne violi la purezza sparisce la magia e subentra l'angoscia. Sindrome cubicolo-cunicolare bipolare l'hanno chiamata. Fascisti. Come se non si sapesse che il medico scopritore di questa fantomatica sindrome fosse sposato con la figlia del magnate delle lobby dei bucatori di montagna. Pagherete caro, pagherete tutto.
Io la vostra torta non la mangio. Bucate, violate con degli stuzzichini la vostra torta paradiso per controllarne la cottura. Io non ci sto. Mangiatevi le vostra fetta dalla perfetta cottura. Io me la mangio mezza cruda piuttosto che usare i vostri mezzucci.
Lotteremo fino alla morte. Ci riorganizzeremo. Sacrificheremo i nostri anni migliori. Affinchè i nostri figli possanono popolare monti integerrimi. Affinchè il nostro pianeta un giorno si svegli consapevole che la sua salvezza e la sua rinascita possano liberarsi nell'aria e non star costretti nell'oscurità di un buco. Di un buco nella montagna.

5 commenti:

  1. Mi sembra di capire che la TAV non ti sia simpatica..

    Luca (un passo sopo l'altro)

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  2. soffro con voi... rabbia, frustrazione, impotenza, eppure non c'è altro modo! ma verrà il giorno.....

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  3. Ma che giorno e giorno yogi,
    qua ci sono interessi in ballo comuni a tutto l'arco parlamentare e a imprese che se ne fottono.
    Poi il trasporto su rotaia fa ridere perché alimentato in gran parti da centrali termoelettriche che bruciano petrolio...
    I buchi nella montagna come tante altre cose, comunque, come le cave allora... Non sono montanaro forse, ma qualche galleria avrà pure portato benefici.

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  4. a me piacciono i buchi nella montagna... mBbuchi!

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  5. succede così: si parla la stessa lingua senza capirsi.... o anche questo è uno scherzo? no perché, nel caso, mi pare che quella gente ami scherzare molto poco su treni inutili e disastri ambientali!

    allora disboschiamo pure l'amazzonia e facciamone dei bei pascoli per le mucche che finiremo per ingozzarci nei fastfood... ah, ah, che ci frega?!

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