Quarta partecipazione consecutiva. Riuscire a vederla una volta illuminata dal sole, la vallata, non sarebbe mica male. Invece no, tocca anche quest'anno sorbirsi una buona dose d'intemperie. Nulla di paragonabile all'apocalisse della passata edizione ma, complice una neve lentissima e l'immancabile vento in faccia, tempi di percorrenza in media addirittura più lenti.
Temperatura a cavallo dei meno 10 e neve cadente.
La voglia è quella delle giornate migliori, di dar fondo ad ogni stilla d'energia, di dar tutto, di non lasciar sul battlefield nemmeno una goccia di sudore.
Parto con la seconda ondata (200 atleti circa), usando quasi tutta la mia cattiveria agonistica (poca) per uscir dal traffico. Fortuna son grosso. Li conto, quelli davanti, son una quindicina. Accidenti sto andando troppo forte, lo so, ma se s'alzerà il vento la gara si fa quasi tutta nei primi 15 km. Attorno al dodicesimo rallento vistosamente cerco di non mollare.
Nei pressi di Munster iniziano a formarsi dei gruppi, e ci si ritrova in due (disattenzione) nella terra di nessuno. Un gruppo 50 metri davanti. Sciamo per 4 chilometri dandoci il cambio, ma i metri diventan 100, il socio mi guarda e mi fa segno che la benzina è finita.
Quelli dietro son tanti, circa 15 e quando ci raggiungono mancano 8 km. A menare ci son due giovani di belle speranze, Fritz e Jan (vabbè qualcosa del genere), si parlano, s'intendono, tutto un hop, hop, un sincronismo da trapezisti.
Lumo subito che son questi, i giovani che mi porteranno al traguardo. Mi accodo, sguardo puntato sul marsupio di Fritz, da li non mi levo, manco per le balle.
Troppo il tempo trascorso davanti alla tivvì, già ai meno 3 mi figuro la volata, studio una strategia, figuriamoci, 'ste stronzate son il motivo per cui lo sport lo faccio.
Intanto si recuperano posizioni, pigliam qualcuno davanti, quando Fritz va in fresca per superare io eseguo.
Ogni tanto si volta; eh no caro mio, Jan è cotto, fattene una ragione, ora dietro hai l'italiano con la scimmia che balla, con la lama, pronto a farti il portafoglio.
Parte con una progressione ai 1000m, ma non scappa. Ai 200 m, prima della curva che immette sul rettifilo, son attaccato; è fatta.
Apro il gas e Fritz desiste. Che spasso! Son miseri giocattoli, ma accidenti, che divertimento!
Sento una mano sulle spalla mentre cerco aria dopo lo striscione. Ahia, è Fritz. Ma viene in pace. Una stretta di mano e ci si abbraccia.
Tempo finale di 1h 50' 26", in 189esima posizione. (Classifica)
Soddisfatto, e molto. La progressione è incoraggiante e , anche se nei prossimi anni ad un certo punto s'arresterà (dubito di riuscir un giorno a vincerla), il giochino statistico appassiona. 608esimo, poi 346esimo , poi 287esimo e quest'anno 189esimo. Starting list bene o male che s'è mantenuta costante per numeri e qualità.
Soddisfatto, e molto. La progressione è incoraggiante e , anche se nei prossimi anni ad un certo punto s'arresterà (dubito di riuscir un giorno a vincerla), il giochino statistico appassiona. 608esimo, poi 346esimo , poi 287esimo e quest'anno 189esimo. Starting list bene o male che s'è mantenuta costante per numeri e qualità.
Per la cronaca: mi gelo le palle. Me ne accorgo solo un bel po' dopo, negli spogliatoi. Altri distretti han la priorità, nella scaletta di un post gara. Le braccia che bruciano, lo stomaco sottosopra, i piedi che dolgono, i quadricipiti di marmo, la tosse persistente, l'euforia che allarga il sorriso. Un dolore atroce, nel momento del disgelo. In un angolo della palestra, rannicchiato, con le lacrime agli occhi. Un signore mi si avvicina, capisce, è normale, mi fa. Ah, è normale. Grazie al cazzo. Si scampa. Pure a questa.