La corriera passa alle 7 e 10.
Il biglietto è acquistato da tempo.
Corsa poca. Si prova. Stomaco chiuso dai medicinali, forze al lumicino. Son 4 i chilometri dietro i pacer , poi se ne fanno altri 8 a raggiunger la scorciatoia per la doccia ed il traguardo.
Si fa il tifo però.
Agli amici. Alla loro prima mezza.
A Mauro. Inarrestabile e famelico verso l'agognato obbiettivo. Lo scovo in griglia. Due parole e qualche incoraggiamento nei primi chilometri. Poi la stretta di mano dopo il traguardo.
A quelli che la mezza vengono per correrla sul serio. Infreddolito, tremolante, imbucato. Nelle foto e video ricordo.
Un peccato, però, non aver incrociato l'uomo delle bottiglie.
Quello che non è in giornata, che si ferma a bere, che va a spasso. E finisce sotto l'ora e venti.
Poco sotto però, visto che all'ora e 19, abbandono la postazione da tifoso e mi perdo il suo arrivo. Accidenti.
Non si negano a nessuno, nemmeno a chi è venuto per cazzeggiare, dei vestiti asciutti, un biscotto ed un bicchiere di thé caldo.
PS Oggi test del convalescente. 18 km a spasso. Nessun giramento di testa, nessuno svenimento, nessun voglio tornar a casa. Bene, si può ricominciare.