lunedì 11 marzo 2013

Engadin Skimarathon 2013

Orca boia, come si filava.
Si capisce sarà così già all'arrivo sulla spianata di partenza. Il freddo, quello giusto, poco sotto lo zero, l'aria secca, il cielo terso, il sole che illumina le vette, che da li' a poco raggiungerà il percorso di gara.
No, non c'è bisogno di pigliar il libro di fisica del liceo e spulciar la tabellina dei coefficienti d'attrito dinamico. Oggi sarà basso, eccome. Il rigo giusto lo trovi, se cerchi bene, dopo acciaio su legno 0,7, prima di acciaio su acciaio 0,2. E' alla voce [neve, marcia il giorno prima, battuta, fresata, che gela nella notte, appena appena riscaldata dai raggi di sole marzolini] su [soletta di Ski Trab, strutturata, paraffinata su base fluorata black Toko con un mix 50:50 di rossa e gialla Masterwax].
Così ad occhio pare sia zero. Non zero virgola zero qualcosa. Zero, proprio zero tondo; e lo dico a voi grulli entropici che credete alle leggi della termodinamica. Non c'eravate mica ieri, sui laghi dell'engadina.
Una decisa spinta al colpo di cannone, e via, di rendita fin al traguardo, nell'apoteosi del moto inerziale.
Bhè,  in effetti qualche spinta in più c'è stato bisogno di darla.
Per quanto mi riguarda per  un periodo di 1h 52' 55". Per coprir la canonica distanza di maratona, di 42,2 Km. Vale il raggiungimento dei miei obiettivi stagionali. Conquisto l'agognato gruppo, quello degli elite B, con il diritto per le prossime edizioni, seppur in una gabbia separata per la loro e la nostra incolumità, di partir con la prima ondata, quella degli alieni.
Risulto 1002esimo. Qui la classifica. L'ho pure fatta la volata per entrar nei mille, ma s'era alla frutta da troppi chilometri. L'esercizio di trovar  nel dopo gara le energie buone per il guizzo vincente è inutile quanto stupido. Facile così, col bratwurst e la birra in mano, mentre ci si gode il magmatico ed inarrestabile arrivo dei maratoneti. Alla terza birra son già due i minuti che si potevan limare, facendo questo, sciando così. Si dimentica in fretta la sofferenza degli ultimi chilometri.
La gara è andata esattamente come s'immaginava, identica a quella corsa nel letto dalle 2 e 30 alle 3  (sia dannato, il riscaldamento delle camere d'albergo, oltre al fatto d' impedir il sonno una delle principali cause dell'innalzamento del livello di CO2 planetario)(ah altro inciso, non provate ad armeggiar col termostato; è finto; sempre).
Dicevo, la gara corsa nel dormi veglia: partenza a tutta nella corsia degli alternisti per evitar incidenti, star al coperto il più possibile, sgasata sui lati del gruppo per rimontar posizioni ogni 2-3 minuti. Identica a quella corsa la mattina seguente. Nella notte la progressione finale è stata travolgente, in quella della mattina ci si deve accontentar di portarla a casa senza naufragare. Ma ai sogni è concesso questo ed altro.
I passaggi:

-Start - Silvaplana :27.55,1posiz1169.
- Silvaplana- 21,1 Km :29.30,2posiz.903.
- 21,1 Km - La Punt :30.41,8posiz.933.
- La Punt - Arrivo24.48,2posiz1198.
Silvaplana 10,8 Km
27.55,1     p.1169.
Pontresina 21,1 Km
57.25,3p.990.
La Punt  33 km
1:28.07,1p968.









Arrivo 42,2 Km 1:52.55,3p.1002.



E' mancato il finale per far il botto, ma di certo non ci si può lamentare. Tutto per un pizzico di presunzione, quando nei pressi dell'aeroporto raggiungo un gruppo di una ventina di persone, ne prendo immediatamente la testa. E mi metto a tirar per chiuder su quelli davanti. 'Bravo alberto, bravo' (si ha in nome stampato sul pettorale, anch'io me lo son chiesto sul momento), mi sento dire dai compari ad inseguimento concluso.
Al traguardo finirò dietro a quasi tutti. Peccati di gioventù. E dir che nella notte avevo fatto lo stesso e li avevo bruciati con una formidabile accelerazione finale. 
Strategie da rivedere. Ma son dettagli.
Di robe divertenti come la Ski Marathon, no, io mica ne conosco.




venerdì 8 marzo 2013

Si, alla stessa ora

Sempre bello partir per le trasferte.
Per quella verso la maratona dell Engadina, poi.
Il rituale è da sindrome ossessivo compulsiva, ma piace cullarsi tra  certezze. Stessi orari, stesso hotel, stessa pompa di benzina, stesso ristorante, steso menù.
No, magari quest'anno faccio la pazzia, come primo pizzoccheri in luogo dei collaudati gnocchetti valtellinesi.
Oh, ma  non so se lo faccio, mica lo so se ciò tutto sto coraggio.
Il tutto per farsi trovar alle 8 e 40 di domenica sulla linea di partenza, pronto alla battaglia. Scarponi ben allacciati, sci preparati con cura maniacale, berretto al suo posto, nulla di superfluo indosso.Con l'unico pensiero di tuffarsi nei laghi ghiacciati.
Quest'anno il compito è arduo, quello di stravolger i piani per l'anno prossimo. Vale a dire di conquistarsi il diritto per le prossime edizione di partir  alle 8 e 30,  in mezzo ai caimani.
Devo solo ricordarmi di scriver sul lato interno del pettorale le poche informazioni vitali.
Nome, cognome, recapiti dei cari, la dicitura "live fast, die young",  le disposizioni per sepoltura, donazione degli organi, credo bioetici riguado il fine vita,  un coniglietto buffo disegnato, il gruppo sanguigno.
Dovrebbe esser tutto.
Si parte.
Rocksteady!!

martedì 26 febbraio 2013

Int. Gommerlauf 2013

Quarta partecipazione consecutiva. Riuscire a vederla una volta illuminata dal sole, la vallata, non sarebbe mica male. Invece no, tocca anche quest'anno sorbirsi una buona dose d'intemperie. Nulla di paragonabile all'apocalisse della passata edizione ma, complice una neve lentissima e l'immancabile vento in faccia, tempi di percorrenza in media addirittura più lenti.
Temperatura a cavallo dei meno 10 e neve cadente.
La voglia è quella delle giornate migliori, di dar fondo ad ogni stilla d'energia, di dar tutto, di non lasciar sul battlefield nemmeno una goccia di sudore.
Parto con la seconda ondata (200 atleti circa), usando quasi tutta la mia cattiveria agonistica (poca) per uscir dal traffico. Fortuna son grosso. Li conto, quelli davanti, son una quindicina. Accidenti sto andando troppo forte, lo so, ma se s'alzerà il vento la gara si fa quasi tutta nei primi 15 km. Attorno al dodicesimo rallento vistosamente cerco di non mollare.
Nei pressi di Munster iniziano a formarsi dei gruppi, e ci si ritrova  in due (disattenzione) nella terra di nessuno. Un gruppo 50 metri davanti. Sciamo per 4 chilometri dandoci il cambio, ma i metri diventan 100, il socio mi guarda e mi fa segno che la benzina è finita.
Quelli dietro son tanti, circa 15 e quando ci raggiungono mancano 8 km. A menare ci son due giovani di belle speranze, Fritz e Jan (vabbè qualcosa del genere), si parlano, s'intendono,  tutto un hop, hop, un sincronismo da trapezisti.
Lumo subito che son questi, i giovani che mi porteranno al traguardo. Mi accodo, sguardo puntato sul marsupio di Fritz, da li non mi levo, manco per le balle.


Troppo il tempo trascorso davanti alla tivvì, già ai meno 3 mi figuro la volata, studio una strategia, figuriamoci, 'ste stronzate son il motivo per cui lo sport lo faccio.

Intanto si recuperano posizioni, pigliam qualcuno davanti, quando Fritz va in fresca per superare io eseguo.
Ogni tanto si volta; eh no caro mio, Jan è cotto, fattene una ragione, ora dietro hai l'italiano con la scimmia che balla, con la lama, pronto a farti il portafoglio.
Parte con una  progressione ai 1000m, ma non scappa. Ai 200 m, prima della curva che immette sul rettifilo, son attaccato; è fatta.
Apro il gas e Fritz desiste. Che spasso! Son miseri giocattoli,  ma accidenti, che divertimento!
Sento una mano sulle spalla mentre cerco aria dopo lo striscione. Ahia, è Fritz. Ma viene in pace. Una stretta di mano e ci si abbraccia.
Tempo finale di 1h 50' 26", in 189esima posizione. (Classifica)
Soddisfatto, e molto. La progressione è incoraggiante e , anche se nei prossimi anni ad un certo punto s'arresterà (dubito di riuscir un giorno a vincerla), il giochino statistico appassiona. 608esimo, poi 346esimo , poi  287esimo e quest'anno 189esimo. Starting list bene o male che s'è mantenuta costante per numeri e qualità.

Per la cronaca: mi gelo le palle. Me ne accorgo solo un bel po' dopo, negli spogliatoi. Altri distretti han la priorità, nella scaletta di un post gara. Le braccia che bruciano, lo stomaco sottosopra, i piedi che dolgono, i quadricipiti di marmo,  la tosse persistente, l'euforia che allarga il sorriso. Un dolore atroce, nel momento del disgelo. In un angolo della palestra, rannicchiato, con le lacrime agli occhi. Un signore mi si avvicina, capisce, è normale, mi fa. Ah, è normale. Grazie al cazzo. Si scampa. Pure a questa.




sabato 16 febbraio 2013

Due scatti


Si, serviva il silenzio per tornar a volergli bene, a quei due legni stretti.
La solitudine, il rumore del vento, del crepitio della neve, del proprio respiro.
Mangiarsi quelle rampette, arrampicarsi coi muscoli, con le braccia, coi denti. Per gettarsi giù. Regalandosi due respiri. Sapendo che ne verrà un'altra, ancora più ripida, magari più lunga.
Gli occhi sulla neve, il più delle volte per timore che non s'avanzi abbastanza veloci per terminar la fatica in fretta.
Oggi son stati sei giri sull'anello da 4 chilometri e un pezzo.
Più uno da turista, con la macchina fotografica in mano, giusto per omaggiare quel serpentone di neve pressata che percorre la vallata.
Sento che qualcosa  non funziona nella condizione atletica. La gara scorsa non era il caso di una giornata.
Ma qui è tutto bello, nessuno ti passa sopra.
E posso dirlo: chissenefrega.


mercoledì 13 febbraio 2013

Mid Life Crisis

10 km skating a San Michele, Formazza, prova del circuito provinciale FISI. 
La partenza è in linea, formula con cui quest'anno non s'era ancora gareggiato.
Ne piglio tante, veramente troppe.
Una prova scoraggiante. Al gancio fin da subito dopo il lancio, due ruzzoloni in discesa, mai un momento in cui abbia avuto il sentore di sciar bene. Mah.
Trovar una roba nella vita che si è capaci a far bene. Bella sfida.
Ormai alla mia bell'età ci ho quasi rinunciato; forse senza averci veramente provato.
Occorre fortuna, quella si. Il momento giusto in cui la passione ti sospinga, i mezzi adeguati, il  background adatto, il  talento. Mica facile.
Trovar di che divertirsi in tutte le attività che s'intraprendono consola eccome ( e molto) ma di certo non soddisfa. Quel senso d'inadeguatezza, come un groppo in gola. Non impedisce di rider, di parlare, di star felici in mezzo alla gente; ma c'è.
In più esser convinti di combinar qualcosa di buono ( a torto) e puntualmente non riuscir a farlo, dannazione.
Come quel giovane autore di Bormio, che ha scritto un romanzo tale e quale a Shining. Prima del shining  che tutti conoscono. Però in stretto dialetto bergamasco ed ambientato in un rifugio sopra Ponte di Legno. No, lui non diverrà S. King e dal suo scritto non verrà tratta nessuna sceneggiatura di nessun capolavoro della storia del cinema, manco per le balle.
Come il cugino Burt. Aveva idee, songwriting, attitudine per arrivar in alto. Ma in quegli anni, gli anni 90,  benchè ne fosse precursore, cercavano storie personali tormentate, Seattle era il centro del mondo ed il mondo non era pronto per lui. Nel caso non lo conosciate, ecco.
Bhe dai, ci siam capiti, non mi vengono altri esempi. Senno, pazienza. Giustifica il fatto che io , le robe,  mica sò spiegarle.
No, niente, tutto qui.

Ah, la classifica è qui. L'idea era di far circa un minuto e mezzo meglio. La rabbia è sbollita, gli sci non son ancora negli scatoloni, quelli che si chiama il Comune per portarli via. Già qualcosa.

mercoledì 6 febbraio 2013

Mezz'oretta di macchina verso la Val Loana.
D'inverno, in settimana, non si vede nessuno.
Nessuno ci abita, nessuno villeggia,  il piazzale sempre vuoto.
L'anello di fondo tirato che è una meraviglia,  neve appena fresata, pista su cui ci si potrebbe correr la coppa del mondo. Mah.
Il mistero rimane, ma se ne approfitta, eccome. Senza saper chi ringraziare (lo sci club Vigezzo, nda).
Stavolta però ci son pattinate fresche, di uno che va, le tracce  non lascian spazio a dubbi.
Proprio uno forte, pare, certe pattinate in salita che fan impressione.
Ma non ci son solo le tracce, intravedo anche chi le ha lasciate.
Mi raggiunge. No nulla, è soltanto il recente vincitore della Marcialonga. Della versione light, quella di 45 Km.
Sciamo insieme un giro, ha finito l'allenamento, mi racconta della gara, dei prossimi impegni, della vita del fondista.
Proseguo per un oretta e mezza, occorre allungar un poco le distanze in vista degli appuntamenti di fine mese (30 km e maratona). 25 km su quest'anello è un bell'allenamento.
Un camoscio.
Un attempato signore con un lupo.
Deve essersi sparsa la voce. Non avevo ancora incontrato nessuno nel corso delle sei visite precedenti.

mercoledì 30 gennaio 2013

Hal news #1#

Pensionato sessantenne in disgrazia dopo aver investito la liquidazione in prodotti finanziari ad alto rischio

Teodomiro Rescaldoni, 63 anni, pensionato. Nel 2001 ha investito 40.000.000 di lire in titoli Turkmeni.


SERRALUNGA TRAVERTINA (ST) -  Si calcola che nel corso del quinquennio 2007-2012 siano più di 200.000 le persone che abbiano visto stravolta la propria situazione economica a causa di investimenti in prodotti finanziari ad alto rischio. Numeri che molti analisti giudicano sottostimati.

La storia di Teodolindo Rescaldoni, 63 anni, pensionato, una vita di sacrifici e 42 anni di lavoro passati nella movimentazione di bidoni presso lo stabilimento di Urguasca Catalana della  Carbon Ital Impianti, è in questo senso emblematica.

" Era il 2001, anno in cui andai in pensione e ricevetti una liquidazione di 38.000.000 di lire", racconta Teodolindo con voce rotta dall'emozione. "Non credevo potesse succedere, mi hanno raccontato che era un azienda senza troppe pretese, con risicati margini di sviluppo. Non mi sarei mai immaginato quello che è successo".

Dopo esser stato convocato dal direttore della filiale del paese del Credito Avanguardista Popolare (sulle presunte pressioni stanno attualmente indagando le autorità) diede il suo assenso ad investire tutto il proprio capitale in azioni dell ATTurk, la privatizzata azienda trasporti del Turkmenistan.

"Un investimento insolito, difficilmente proposto ai clienti in cerca di un portafoglio sicuro", spiega Jerry Mancuso, 44 anni, esperto broker milanese. "Probabilmente un pacchetto di azioni invenduto, che la banca non voleva accollarsi. Sta di fatto che nel 2004 la ATTurk brevettò, come tutti sanno, il treno su rotaia magnetica e le cose cambiarono radicalmente".

"Non potrò mai scordare quella telefonata nel cuore del mio pisolino pomeridiano" - spiega Rescaldoni ancora scosso - "l'impiegato della banca pareva euforico, ma non riuscivo a capire che volesse" - spiega in lacrime - "tutto quel linguaggio tecnico, non capivo, mi ripeteva che il valore delle azioni è salito più del 1800 percento in tre anni, è stato terribile".

"Da quel giorno il Teodomiro non è tornato più lui", racconta Migidio, 64 anni, suo storico compagno di tresette. " Un giorno al bar il Gianni, il fratello del benzinaio, raccontava di aver perso 3000 euro in bond irlandesi e il Teodomiro ha iniziato a tremare, era agitato, ha preso la bici ed è scappato".

Ci rechiamo alla vicina concessionaria Mercedes, in seguito alla segnalazione dell'avvistamento della Panda 4x4 di color verdino di Rescaldoni nel loro deposito macchine. "Non siam tenuti a dar notizie sull'identità dei nostri clienti; è la rigorosa policy della nostra concessionaria" - precisa il direttore della filiale - "in particolare riguardo le voci circa la recente vendita dell'SLK spider esposta nel nostro salone".

"Non me ne capacito. Son in questa caserma da più di vent'anni e Teodomiro era un mio carissimo amico" - racconta il maresciallo Crisafulli del locale comando dei Carabinieri mentre mostra una foto scattata dall'autovelox situato nel centro del paese che ritrae la nuova auto di Rescaldoni sfrecciare a 127 km/h. "E vede, la bionda di fianco a lui è Svetlana, la badante al signor Ricetti, ne son quasi certo. Ha trentacinque anni, capisce, trentacinque anni. Una disgrazia."

"Sono queste le vittime della crisi finanziaria. Non son mere statistiche, hanno un volto , una storia, sono nostri fratelli, nostri amici, conoscenti, vicini di casa", spiega Saturnia Pepparotti, sociologa che collabora con il centro per l'assistenza delle vittime della new economy. E Teodomiro Rescaldoni è uno di loro. Una tranquilla  ed abitudinaria esistenza stravolta dagli ingranaggi di un sistema di investimenti, che stritola i piccoli risparmiatori, nella quasi totalità dei casi ignari dei rischi cui vanno incontro.

"L'istante in cui scoprii di aver ventuplicato il mio capitale sarà impossibile dimenticarlo. Son cose che segnano la vita di un individuo", spiega Teodomiro provato dai ricordi, mentre mette in fresco una bottiglia di prosecco millesimato."In un attimo la mia vita, le bocce, la pesca dei cavedani, puff, come volati via", continua scosso da una vena malinconica, mentre raccoglie della biancheria da donna sul tappeto. Maledice ancora quel giorno e non si da pace, "avessi dato retta ad Oreste,che ha messo tutto in BOT a 10 anni, ora non sarei in quest'incubo".

Partirà a giorni  per una crociera nei mari del sud in compagnia di una ragazza moldava. "Mi aiuterà a superare il trauma.". 




lunedì 28 gennaio 2013


Ci si affida agli astri, all'odore dell'aria, alle tracce degli ungulati sulla neve, a Meteo Suisse, a Frate Indovino, all'invocazione dello spirito di Barnacca.
Ma no, di far un bel metro di neve, buono per inaugurare l'anello di Santa Maria e correrci l'annuale prova FISI del circuito, manco per sbaglio.
Si emigra, di una decina di chilometri, su in Val Loana.
Su la neve c'è, eccome, e grazie al freddo di questi giorni ancora non compatta, farinosa. Una meraviglia sciarci sopra, fosse discesa. La fatica è doppia. Il bianco candore della vallata qualcosa fa, distrae e mette di buon umore. Almeno per i primi chilometri, poi è (come sempre) un guardarsi le punte degli sci invocando la fine dell'agonia.
C'è poco da affidarsi ad alchimie e a pagani rituali scaramantici nella scelta dei materiali. Neve fredda ed asciutta: chi ne ha di più vince.
L'anello da 4 km non presenta un metro di pianura, duro, molto, troppo. Un falsopiano in salita inframezzato da 3 rampacce, un'arrampicata interminabile, una picchiata (arrivo io ai 60 all'ora, figuriamoci gli altri) e falsopiano in discesa che riporta al traguardo.
Da ripeter 3 volte, l'ultima tornata senza il salitone. Totale 10800 m.
Piglio un distacco abissale dai tre missili del Vigezzo. Dominano la gara, sciano una meraviglia, spingono sempre come la gara finisse 10 metri più in là. A parte sci, berretto, scarponi, bastoni mica facciam la stessa roba, io e loro. Qui la classifica.
Poco di più si poteva sperare. Primo giro in 15' 02", secondo in 16' 11", finale di 38' 38".Finisco la benzina attorno al settimo; tanto da finir dietro in classifica all'atleta partito 30" avanti a me dopo esser riuscito a prendergli le code all'attacco del secondo salitone.
Ora ci si concentra sulla pianura, basta arrancar sulle rampe da garage.
30 in val di Goms a fine Febbraio, maratona in Engadina a metà marzo.
Non se ne vede l'ora.





lunedì 21 gennaio 2013

Ciao mamma, son arrivato uno

Ci si ritrova per la gara sociale, tra gli amici della community di skinordik.it
Deve quasi tutto a loro, il mio percorso d'avvicinamento e scoperta al mondo degli sci stretti.
Al pomeriggio del dicembre 2008, quando mi trovai quasi per caso ad indossar gli sci, diedi subito seguito con una ricerca nel vuvuvu, cercando qualcosa mi potesse aiutare. Trovai loro.
La passione ha preso corpo, portata avanti, nei limiti che impone l'imparar uno sport in vita adulta, con impegno e scrupolo.
Fin all'altro giorno, giorno del ritrovo in occasione della Ski Nordik Cup, seconda edizione. Il clima è quello d'amicizia,  che mette a proprio agio, tra persone che condividono una passione.
La gara è in serale, sull'anello illuminato di circa 1200 metri di Cunardo, partenza a crono sulla distanza di 6,2 Km.
La pista è stretta, e grazie alle due dita di fresca, bianchissima (ormai si è abituati a sciar sul grigio della neve vecchia e riportata). Tante curve, 400 metri in salita, 600 su una leggera discesa , rampa di un centinaio di metri e toboga finale che riporta in partenza.
La vinco.
Come è dovuto in questo tipo di competizioni, ai ritrovi elevati da un'aura di puro spirito decoubertiano, la scio tutta col sangue agli occhi.
Partenza sconsiderata, dettata a livelli ematici d'adrenalina fuori controllo. Attorno al quarto giro non ho la minima idea da quanto corra e quanto debba ancora percorrere. Fortuna butto l'occhio sul garmin.
Gare così brevi son pura sofferenza, da fuori giri dal primo all'ultimo metro. Che quando terminano ci vuol un minutino per ricollegar i fili del cervello, aspettar che il cuore finisca di pompar pazzo, trovar la forza per pulir le bave dal volto.
La trance agonistica scema in fretta, tra sorrisi, pacche sulle spalle, l'atmosfera ilare degli spogliatoi.
La remise des médailles presieduta dal sindaco marcialonghista del paese ospitante, la cena, la famigliarità di volti sconosciuti, la passione che che traspare dai racconti di ognuno.
Si, decisamente, son stato fortunato (e non poco) a scegliermi sto sport.





lunedì 14 gennaio 2013

Decido ora, così non ci penso più.

Capita di lunedì mattina. Di trovarsi nella posta una mail, un accorato appello affinchè non disperda il mio voto, a praticar la necessaria ( seppur, a detta sua, sofferta) decisione del VOTO UTILE.
Bene. Una risposta è dovuta e provvedo a farlo qui.
Prima cosa. La condizione necessaria ed imprescindibile affinchè possa considerare la mia azione di voto UTILE è che in favore del sottoscritto si verifichi  un vantaggio chiaro, tangibile, circostanziato, oltre e non oltre le 12 ore dall'esercizio del diritto.
Secondo. Ho un'idea su come ci si può arrangiare.
La circoscrizione è la N.2, Comune di Trontano, frazione di Cosasca. Si vota alle scuole elementari, vicino alla Chiesa, di fianco all'Asilo. Nel triangolo dove sì è ricevuto ricevuto battesimo, prima comunione, rudimenti di lingua italiana, cresima e s'è  imparato a far di conto.
A cento metri ci sta il Bar Tabacchi del paese, quello che frequento grossomodo dall'età di quattro anni.
Li, alle ore 14 di Domenica 24 febbraio, un nutrito gruppo di pragmatici idealisti, fortemente propensi al voto utile ed assolutamente inorriditi dall'idea che il proprio voto venga disperso, si radunerà per un giro di spritz. Il primo di una serie,diciamo, approssimando, di 27.
Nel momento che il barista darà l'assenso (poichè avrà incassato un acconto di € 400,00) ci recheremo in blocco al seggio, brandendo una Ceres in occasione della missione in esterna (No, le lasciam fuori dalla cabina, sul muretto, ce le tiene d'occhio il carabiniere all'ingresso).
Entro le 15 saremo di ritorno, che comincia Diretta Gol. 
A fine serata si mostrerà ad un emissario le prove smartphone-fotografiche che il nostro voto sia stato effettivamente utile e lui provvederà a saldar il conto. Un altro paio di centoni ce li facciam lasciare, va, per le spese correnti, siamo, idealisti quello si, ma pur sempre in dieci, ubriachi, contro uno.
Ecco, ora che abbiam messo ben a fuoco il concetto di voto utile, accordiamoci.
Anche questa è fatta.
Avrò di meglio a cui pensare da qui a fine febbraio.

Ps  Ah, se qualcun'altro ci fa saltar fuori anche una pizza, siamo qui. Non poniam limiti al nostro idealismo.


lunedì 7 gennaio 2013

Si comincia. Dalla fine, però.

E' un pezzo non si scrive qui sopra.
Impegnati a prepararsi a sciare, possibilmente più svelti rispetto all'anno passato, che credete. Mica a far calzetta.
Domenica prima gara, una 10 km in tecnica classica.
Durante il riscaldamento, nella esse in fondo alla discesa, finisco largo.
Si rompon un paio di cosette.
Un pezzettino d'alluce e lo sci corrispondente.
Trascuro sempre quel piccolo particolare (che distratto!), quello di stare in equilibrio sugli sci senza finir per terra, quello d'imparar a sciare insomma. Dicono serva. Non credevo.
Spero la stagione non sia già finita, accidenti. Dal gonfiore presumo che scarpe di qualsiasi foggia e dimensione non se ne possano indossare almeno per una decina di giorni. Stiam a vedere.

PS la gara, con la botta ancora
recente, la corro. Maluccio, ma forse un pelo meglio rispetto alle stagioni passate.